Business plan: è indispensabile anche per le PMI?

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    Business plan: è indispensabile anche per le PMI?

    Un’azienda, sia questa di piccole, medie o grandi dimensioni, nasce da un’idea. A volte si tratta di un pensiero elaborato da un singolo futuro imprenditore, altre invece comporta approfondite e impegnative operazioni di brainstorming da parte di più persone. In entrambi i casi, prima di poter promuovere ufficialmente l’impresa è necessario elaborare un progetto imprenditoriale. I vincoli di legge, con cui questa prima fase della nascita di un’azienda viene disciplinata, non sono stati elaborati in modo superficiale: un’accurata pianificazione è imprescindibile, al fine di assicurarsi in primo luogo il rispetto delle normative fiscali; inoltre, si può concepire che un’idea risulti valida nella realtà solo se questa funziona, senza compromessi, anche sulla carta.

     

    La risposta alla domanda proposta nel titolo, quindi, è . Il business plan è una raccolta dati, con cui si assembla un documento di sintesi che contiene i principi cardine del progetto imprenditoriale. L’utilità del business plan è duplice: da una parte si utilizza con successo per le operazioni di impostazione aziendale; dall’altra, può essere un ottimo mezzo per presentare adeguatamente la propria idea agli eventuali finanziatori. Quest’ultima funzione, naturalmente, è di enorme impatto nei confronti delle piccole e medie imprese.

     

    Come avviene per qualsiasi documento ufficiale, il business plan deve rispettare determinati requisiti: senza dubbio, si deve trattare di un fascicolo leggibile anche da chi non possiede esperienza nella materia trattata dal piano; deve basarsi su un programma credibile e realista; deve essere stilato in modo sintetico ma completo; deve includere le previsioni relative ai guadagni che ci si aspetta, allo scopo di ricevere maggior fiducia da parte degli investitori. Tenendo conto di queste regole fondamentali si può avviare la stesura del documento in questione, la cui composizione può essere esposta in sei punti fondamentali, trattati durante il paragrafo successivo.

     

    L’introduzione a un buon business plan consiste in una descrizione generica, in grado di offrire una visione sui prodotti che si ha in programma di vendere o realizzare e sulla fascia di mercato in cui si desidera operare. Successivamente si può approfondire, presentando la posizione dell’impresa nel settore in modo più dettagliato, con l’implemento delle strategie da adottare. Questa seconda fase è utile soprattutto per un’attenta valutazione dei rischi. Dopodiché si può passare alla descrizione delle scelte concrete di produzione, come la locazione fisica della sede e delle eventuali fabbriche, oltre ai propri dettami di marketing. È altrettanto opportuno, giunti a questo punto, esporre le proprie filosofie nella gestione delle risorse umane. Infine, il business plan deve essere in grado di soddisfare i dubbi a proposito della copertura finanziaria, possibilmente con l’ausilio di proiezioni realizzate appositamente.

     

    Al pari della gestione del magazzino o delle dinamiche di fatturazione, la presentazione di un business plan ben strutturato si trova alla base della nascita di un’azienda di successo. A questo proposito, è innegabile come l’utilizzo dell’informatica e degli appositi software gestionali sia di notevole supporto: dopo un lungo periodo in cui gli elementi dei pacchetti più comuni e standardizzati (come Microsoft Excel) hanno vissuto un ruolo primario, la specializzazione con software esterni sempre più efficaci ha cominciato a prendere piede. In tal senso, l’affidamento a un marchio del settore potrebbe essere un ottimo primo investimento.

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