Espandere la propria PMI all’estero: come comportarsi?

  • Espandere la propria PMI all’estero: come comportarsi?

    Espandere la propria PMI all’estero: come comportarsi?

    In Italia, secondo le stime effettuate dagli organi di analisi, solo una percentuale ridotta delle Piccole e Medie Imprese riesce a sopravvivere ai primi anni di attività. Questo è dovuto in parte a un insieme di norme fiscali a cui non è semplice andare incontro, insieme a una gestione inopportuna da parte dei giovani e inesperti imprenditori. Ma nel caso in cui si dovesse condurre la propria PMI al successo, potrebbe nascere il desiderio di esportare il proprio marchio verso i paesi esteri. Si tratta di un passaggio estremamente delicato, durante cui una coordinazione troppo superficiale e improvvisata delle risorse potrebbe mettere pericolosamente in ginocchio le sorti dell’azienda. Come affrontare, quindi, una fase tanto importante?

     

    Un primo requisito è la consapevolezza delle difficoltà a cui si va incontro. Queste riguardano l’ambito legale, con la probabile necessità di implementare nuove dinamiche di fatturazione sulla base del paese a cui si fa riferimento; ma soprattutto l’ambito fisico, in particolare per i produttori di beni materiali, con l’esigenza di una rinnovata gestione del magazzino e dell’inventario. Per entrambi i fattori l’utilizzo di un efficiente software gestionale potrebbe garantire un supporto notevole, anche per gli imprenditori meno navigati.

     

    L’efficienza dei mezzi di scambio è altrettanto importante. Le differenze tra i trasporti effettuati in territorio nazionale e quelli che coinvolgono i paesi al di fuori dei confini di Stato non devono essere ignorate; è chiaro come la gestione degli scambi verso nazioni dalla politica differente (spesso in misura consistente) abbia bisogno di un riguardo d’eccezione. Questo concetto è da applicare a qualsiasi genere di traffico: quello delle materie prime, nei casi in cui non ci si affidi a fabbriche esterne per la produzione; quello del materiale utile per il management generale delle strutture, come le attrezzature da ufficio; infine le spedizioni dei propri prodotti, che a dipendenza della distanza potrebbero subire cambi di corriere o essere soggette a imposte aggiuntive specifiche.

     

    Un ottimo modo per pubblicizzare la propria PMI all’estero è la creazione di un sito web ben strutturato e piacevole da visitare. Nell’era dell’Internet, l’informazione personale ottenuta tramite i canali di rete supera di gran lunga qualsiasi altro genere di marketing. Un investimento dall’indubbia utilità è l’inserimento, all’interno del sito, di una piattaforma in grado di gestire attività di acquisto e vendita, operazione che potrebbe risultare più conveniente se confrontata con l’appoggio ai grandi rivenditori già affermati. Affinché tutto ciò possa comprendere un pubblico abbastanza vasto, è bene fare in modo che il proprio sito sia disponibile in più lingue.

     

    I punti appena trattati si possono riassumere con un provvedimento tanto diffuso quanto efficace: la scelta di un buon manager. Già trattata in uno degli articoli precedenti, questa figura professionale è ormai obbligatoria per ogni sistema aziendale che si rispetti: un professionista per il quale non si dovrà badare a spese, nei limiti del buon senso, e che senza dubbio (se scelto opportunamente) saprà come coordinare al meglio tutti i pilastri di una corretta amministrazione d’impresa.

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